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Noi siamo quello che mangiamo

“Noi siamo quello che mangiamo” sosteneva già a metà del 1800 il filosofo tedesco Feuerbache e alla luce degli studi più recenti aveva ragione: la salute si costruisce a tavola in base a quello che mangiamo.

Ciò che viene introdotto nel nostro organismo non influenza soltanto il corpo, ma anche i processi energetici, psicologici e spirituali.

Dobbiamo però prima di tutto chiarire la differenza tra alimentazione e nutrizione. Con alimentazione si intende l’atto del mangiare che ci consente di apportare energia al nostro organismo.

La nutrizione, invece, è un processo più complesso perché non si tratta solo del semplice atto di ingerire ma dell’insieme di tutti processi biologici che consentono la scomposizione dell’alimento, assimilazione dei nutrienti e utilizzo di questi stessi per garantire la sopravvivenza e l’attività del corpo. I cibi che scegliamo quotidianamente nella nostra alimentazione ci trasformano dall’interno e possono influire positivamente sulla qualità e la durata della nostra esistenza, nonché nelle prestazioni sportive.

“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”

Queste sono le famose ed illuminanti le parole di Ippocrate di Cos (430 a.C.), autore del famoso giuramento ancora oggi utilizzato dai laureandi in medicina; giuramento che impegna il futuro medico ad agire per il bene del paziente, nel pieno rispetto della sua persona.

BIOIMPEDENZIOMETRIA E SPORT

È interessante riuscire a determinare quali siano le principali caratteristiche di composizione corporea che permettono la massima performance. È noto come la pratica di sport diversi provochi modificazioni diverse nell’organismo: sport di resistenza determinano una ridotta percentuale di massa grassa, mentre sport di forza comportano un aumento della massa muscolare. Valutare la composizione corporea significa misurare i diversi componenti che costituiscono il corpo. La valutazione della composizione corporea può essere fatta a diversi livelli dal più semplice (atomico) al più complesso (corpo intero) passando per livelli intermedi (molecolare, cellulare e tissutale).

Uno degli strumenti utilizzati per valutare la composizione corporea è il Bioimpedenziometro. Il suo funzionamento si basa sull’utilizzo di una corrente elettrica a bassa potenza e alta frequenza, che attraversa il corpo umano tramite l’utilizzo di quattro elettrodi applicati in punti specifici di mano e piede della stessa metà del corpo. Con la Bioimpedenziometria (BIA) si dà precedenza alla qualità corporea piuttosto che alla quantità, questo perché il benessere e lo stato di forma di un individuo derivano principalmente dal corretto equilibrio idroelettrico.

Con un’analisi Biompedenziometrica (BIA) si ottengono i seguenti valori: resistenza, reattanza e angolo di fase come misura diretta di parametri elettrici; massa cellulare, massa grassa, massa magra, acqua totale, acqua extracellulare, acqua intracellulare, tramite equazioni predittive specifiche legate all’altezza e/o all’età e/o al peso.

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Biompedenziometria

L’acqua totale (TBW = Total Body Water) è il maggior componente dell’organismo; la sua corretta determinazione, in percentuale ed in litri, costituisce la base per stimare i parametri di forma fisica. I valori ottimali di riferimento variano in funzione del sesso e dell’età.

La BCM è la componente della composizione corporea che contiene il tessuto ricco di potassio, scambia ossigeno, ossida il glucosio. Individui dello stesso peso possono avere massa cellulare molto diversa, essendo il peso corporeo una misura sensibile, ma aspecifica.

La stima dell’acqua totale (TBW) è utile, ma è ancora più importante conoscere la distribuzione della stessa nei compartimenti intra (ICW) ed extra cellulari (ECW). La maggior parte del liquido perso dal sudore proviene dalla porzione extracellulare; in molti casi questo compartimento assorbe la quasi totalità delle variazioni idriche corporee, mentre le variazioni idriche a livello intracellulare sono dell’ordine del 5%. L’angolo di fase è un indice sensibile alle variazioni che avvengono a livello intra ed extra cellulare.

Un tessuto normale presenta un angolo di fase compreso tra sei e otto gradi. Questo valore tende ad essere sensibilmente più basso nelle donne e negli anziani, oltreché in soggetti patologici o malnutriti.

L’angolo di fase è più elevato se la massa muscolare (e cellulare) del soggetto analizzato è grande, oppure se è presente una disidratazione a livello extracellulare. Negli atleti troviamo quindi dei valori molto alti, superiori ad otto e talvolta a nove gradi.

La bioimpedenziometria negli ultimi anni si è sviluppata molto nell’ambito sportivo e principalmente viene utilizzata con due finalità:

valutative: (condizione di forma dell’atleta, risposta al carico di lavoro, gestione del recupero)

• preventive: (insorgenza di fatica, disidratazione).

In caso di perdita di peso corporeo a seguito di dieta e di allenamento la misura dell’angolo di fase fornisce una valida indicazione: nel caso di un mantenimento, o addirittura di un aumento di questo valore (se non è subentrata una eccessiva disidratazione) possiamo ritenere di aver perso quasi esclusivamente massa grassa. Al contrario una sensibile diminuzione dell’angolo di fase dovrebbe far pensare all’avvenuta attivazione di fenomeni catabolici.

Disidratazione e successiva reidratazione sono situazioni che possono facilmente verificarsi, specie quando le condizioni ambientali, caldo ed elevato tasso di umidità, determinano un incremento della sudorazione da parte dei sistemi termoregolatori.

Una perdita di liquidi dell’1%, comporta già un significativo aumento della temperatura corporea rispetto alla condizione di idratazione ottimale e può influire negativamente sulla prestazione. Per ogni litro di sudore perduto la frequenza cardiaca, a parità di carico, aumenta di otto battiti al minuto e la gittata cardiaca diminuisce di un litro al minuto.

Il liquido prodotto dal sudore proviene principalmente dal plasma, componente dell’acqua extracellulare; pertanto questo compartimento è primariamente coinvolto nel processo di disidratazione. La riduzione della massa plasmatica comporta una riduzione della gettata cardiaca e della secrezione del sudore stesso con conseguente minor capacità di termoregolazione e decadimento della performance.

La principale funzione della reidratazione è, quindi, quella di mantenere costante il volume plasmatico; questo consente di conservare l’efficienza della sudorazione e la perfusione della cute.

La Bioimpedenziometria può aiutare l’impostazione e l’ottimizzazione di programmi d’allenamento tramite il controllo dello stato nutrizionale e idrico dell’atleta durante la stagione, può permettere di seguire variazioni della condizione fisica sia nel breve che nel lungo termine, in relazione ai carichi di allenamento ed alla condizione di fatica. Anche l’angolo di fase nello sport presenta una correlazione nel singolo atleta con risultati di test funzionali muscolari, quando inferiore a determinati valori rappresenta comunque un indice funzionale negativo e può rappresentare un valido ausilio nel monitoraggio del recupero dopo prestazioni sportive, specie quando le prestazioni sono ripetute in maniera ravvicinata nel tempo.

lucia-rossi

Farmacista, biologa nutrizionista specializzata in alimentazione sportiva ed analisi della composizione corporea.

Lucia Rossi
Biologa, nutrizionista.

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